Nel prossimo autunno si inizierà a discutere e a mettere le basi sul riordino del settore giochi come previsto dalla legge di delega fiscale approvata il luglio scorso.
Come più volte abbiamo sottolineato le scommesse ippiche ad oggi sono paragonabili alla famosa macchina di produzione FIAT la “DUNA”.
Quindi un prodotto che tutti possono comprare ma che nessuno vuole.
Non solo, con lo spostamento delle scommesse dal totalizzatore alla quota fissa ,caldeggiato da molte parti, si è arrivati al paradosso che con l’ aumento del movimento totale vi è un calo delle entrate riservate all’ ippica e allo Stato.
Questi dati inoppugnabili rendono chiaro che questa spinta è stata propugnata dai concessionari che infatti hanno guadagnato , ciò è stato legittimo meno legittimo sono state gli applausi che alcune categorie ippiche hanno fatto a questa svolta.
Due i punti fondamentali sul tavolo:
- La riforma delle rete di distribuzione (licenze)
- La riforma delle scommesse ippiche
L’ ultima delega fiscale che conteneva la riforma delle scommesse ippiche e delle licenze fu affossata dal governo Renzi ponendo gravi interrogativi sul perché.
Da lì si susseguirono rinnovi dello status quo anno dopo anno e anno dopo anno l’ippica ha perso risorse .
Ora si apprende da notizie di stampa che il comparto ippico è stato escluso dalla delega fiscale, perché?
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