Un piccolo particolare sfugge a tutti quegli operatori ippici che chiedono di avere, con la legislazione attuale, soldi dalle scommesse virtuali.
Il particolare che anche nel 2024 il MEF integrerà il “portafoglio ippico” con circa 100M presi, non dalle tasse degli italiani, ma dai proventi di concorsi, giochi e scommesse.
Quindi ad oggi porre la richiesta “voglio i soldi dalle corse virtuali” la risposta potrebbe essere “stiamo già provvedendo”.
Quindi basta fare richieste strampalate che con una scrollata di spalle il MEF rimanda al mittente.
Il comparto deve concentrarsi su tre punti focali:
- Rimodulare la composizione degli introiti ippici attraverso una legge che contestualmente riformi il comparto
- Richiedere l’ emanazione di bandi per la nuova assegnazione delle licenze ornai scadute da tempo immemore, unica via per superare il problema del doppio totalizzatore e dell’ allargamento della rete di vendita
- Contrastare la deriva dei concessionari verso la quota fissa a danno del totalizzatore, deriva che attraverso lo specchietto per le allodole dell’ aumento del fatturato di fatto impoverisce ippica ed erario ogni anno.
La situazione è grave e lo studio per proporre un nuovo modo di finanziamento dell’ ippica (scommesse comprese) deve essere predisposto da esperti dopo un attento studio e una proposta articolata in modo scientifico, BASTA CON LE BOUTADE ESTEMPORANEE PER AVERE IL NOME E FOTO SUI SITI.
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