Apprendiamo con gioia che la commercializzazione del segnale televisivo delle corse italiane all’ estero viene estesa per sei mesi.
Si legge nel decreto:
- Considerato che il mercato dell’esportazione del segnale televisivo delle corse italiane all’estero ha un elevato potenziale e può determinare un considerevole volume di introiti per la filiera ippica, con effetti benefici per l’erario e per l’intero comparto ippico;
- Ritenuto inoltre che la commercializzazione costituisce un mezzo per valorizzare e promuovere l’immagine dell’ippica italiana e che l’iniziativa, che non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, costituisce anche una fonte di ricavo per il settore ippico che risente di una crisi derivante da un progressivo calo di gettito erariale legato al calo della raccolta delle scommesse nazionali.
Più o meno con le stesse parole nei decreti precedenti a firma dott. Gerini si era dato il via e poi prorogata la fase sperimentale.
In perfetto stile della precedenza Direzione generale nessun numero era stato comunicato e quindi nulla era dato a sapere:
- quanti fossero i proventi
- quanta parte di questi è stata destinata al comparto ippico
- quanta parte di questi è finita nelle tasche degli ippodromi
Siccome ci è stato ripetuto in tutte le lingue del mondo che siamo in una nuova era di efficienza e trasparenza ci aspettiamo a breve la comunicazione dei dati per far comprendere a tutti, oltre agli oscuri meandri del burocratese, a chi giova tutto questo.
- Rilevata l’opportunità, in virtù dei primi risultati e dei potenziali ricavi attesi dalla commercializzazione delle corse italiane ……………………..
Quindi quali sono i risultati su cui si incardina il decreto ma sopra tutto i ricavi a chi sono andati e sono reali o solo potenziali?
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